Ddl Concorrenza. Oggi in Commissione al Senato la politica chiamata a dimostrare se vuole tutelare i cittadini o le lobbie economiche

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Oggi la Commissione Industria del Senato dovrebbe decidere se schierarsi dalla parte dei pazienti approvando gli emendamenti proposti da ANDI al Ddl Concorrenza, che permetterebbero all’iscritto all’Albo degli odontoiatri di monitorare le scelte delle società di capitale che gestiscono le catene odontoiatriche, oppure dalla parte di chi attraverso la ricerca del business a tutti i costi condiziona la salute degli italiani.

Determinante e decisa è stata la battaglia di ANDI per tutelare questo diritto a cominciare dal sensibilizzare la politica durante l’audizione al Senato del Novembre scorso. Opera di sensibilizzazione che ha ottenuto i suoi risultati, visti gli emendamenti presentati dai Senatori di vari schieramenti politici.

Da quel momento ANDI ed i dentisti liberi professionisti sono stati oggetto di una campagna mediatica da parte delle principali Catene odontoiatriche italiane.

La battaglia di ANDI non è nata per tutelare presunti privilegi ma per dare le stesse garanzie ai pazienti che si rivolgono al dentista tradizionale oppure a studi organizzati in società di capitale.

Peraltro la scorsa settimana la vicenda Vitaldent con l’arresto del gruppo dirigente in Spagna e l’allarme dei media spagnoli sul rischio chiusura degli studi presenti in terra iberica, in Portogallo ed Italia. In caso di fallimento del Gruppo, e conseguente chiusura delle cliniche, i pazienti rimarrebbero con le cure da terminare e spesso già pagate tramite finanziarie.

Per contrastare questi attacchi e le accuse lanciate a noi liberi professionisti ANDI si è attivata a livello parlamentare contattando i singoli Senatori per spiegare perché gli emendamenti sono determinanti per la salute dei cittadini ed avviato una sottoscrizione che ha portato in pochi giorni a raccogliere i fondi necessari per pubblicare, sui principali quotidiani italiani, una nota in cui si spiega ai cittadini i motivi della nostra azione e chiedendo di sostenerla.

Con gli stessi obiettivi ANDI ha poi scritto al Ministro della Salute, a quello dell’Industria e della Giustizia chiedendo sostegno.

Ora siamo arrivati all’epilogo ed in questi giorni, salvo ulteriori rinvii, scopriremo se avranno vinto le potenti lobbie economiche oppure la salute dei cittadini.